Maitake
Prima di approfondirne le qualità, è bene specificare come l’eventuale ricerca e la raccolta di funghi debba sempre avvenire con l’aiuto di personale qualificato, per evitare spiacevoli e pericolose conseguenze. Il maitake, ad esempio, può essere confuso con il Laetiporus sulphureus, detto anche Gallina dei Boschi, responsabile di effetti tossici sull’organismo.
Il grifos frondosus, come è anche conosciuto, è un fungo abbastanza raro appartenente alla famiglia delle Meipilaceae. Mediamente difficile da scovare nei boschi, è diffuso in parti dell’Europa, tra cui l’Appenino, le Prealpi piemontesi e alcune zone della Sicilia, sebbene il suo luogo d’elezione sia il Giappone, dove peraltro avviene gran parte della coltivazione a scopo commerciale.
Noto per l’uso alimentare da oltre 3.000 anni, al fungo sono associati dalla tradizione popolare anche numerosi benefici per l’organismo e, negli ultimi decenni, sono stati avviati numerosi studi per analizzarne gli effetti.
Una curiosità: questa varietà è definita “fungo danzante”: leggenda vuole che le persone, trovando qualche raro esemplare, ballassero dalla gioia.
Come si coltiva la grifola frondosa?
In Italia è considerata come fungo raro in gran parte del Centro-Sud della Penisola, più comune dalla Toscana fino al Nord Italia. A partire dalla tarda estate ci si può imbattere facilmente nei castagneti della Toscana così come nelle zone montane delle regioni del Nord. A chi si chieda come si coltiva la grifola frondosa non si può rispondere che le tecniche di coltivazione dei funghi maitake richiedono procedure abbastanza complesse e non alla portata di tutti. In questo caso è molto più pratico raccoglierli o acquistarli.
Caratteristiche della grifola frondosa
Il maitake preferisce svilupparsi sulla base degli alberi, in quanto varietà sia saprofita che parassita, si caratterizza per un aspetto a grappolo, con tanti esemplari di diametro di una decina di centimetri, ammassati l’uno sull’altro. Di colore bruno o grigio, questi funghi presentano dei cappelli a ventaglio con margini ondulati.
L’intero carpoforo, costituito da più cappelli sovrapposti, può arrivare a pesare anche 15 chili. Ancora, la varietà preferisce i legni di castagno e faggio, prediligendo gli esemplari già morti o comunque al termine del loro ciclo vitale.
In quanto ai principi attivi presenti nel fungo medicinale non si possono non citare: polisaccaridi (griffolano e griffolina, lectine e numerosi enzimi); metalproteine; ergosterolo (precursore della vitamina D); trealosio, zucchero a lenta digeribilità che favorisce lo sviluppo di Bifidobacteria breve e Lactobacillus brevis nel colon.
I benefici del maitake
Da sempre alla grifola frondosa sono associate diverse qualità per l’organismo. Quindi il maitake migliorerebbe l’attività del sistema immunitario, riuscirebbe a far diminuire la crescita tumorale potenziando l’effetto dei farmaci chemioterapici e riducendone gli effetti collaterali. Tra le altre sue qualità quella di prevenire il diabete migliorando la sensibilità all’insulina e di riequilibrare i lipidi nel sangue e la pressione arteriosa alta. Avrebbe inoltre un’azione benefica nei confronti del fegato grasso e nella depurazione dell’organo. Infine, si dimostra essere un’alleato nel mantenere il proprio peso forma.
Proprietà adattogena
In Giappone il fungo è considerato un rimedio adattogeno e ricostituente, capace di ripristinare l’energia del corpo. Gli adattogeni sono sostanze che aumentano la capacità di una persona di adattarsi e riprendersi dallo stress ed in questo, il fungo aiuta a promuovere un equilibrio naturale e una sana risposta allo stress nel corpo. Questa considerazione potrebbe derivare dal profilo alimentare del fungo, il quale comprende diverse vitamine del gruppo B, come la B1, B2 e la B3, nonché minerali utili proprio all’energia come magnesio, ferro, potassio e molti altri.
Proprietà dimagranti
Le proprietà dimagranti del maitake sono legate alla sua capacità di agire sul metabolismo dei grassi e degli zuccheri. In tal senso può diventare un valido alleato per dimagrire. Ciò anche grazie al contenuto di polisaccaridi come il grifolano, la grifolina, betaglucani e lectine, di minerali, proteine e vitamine del gruppo B che favoriscono la metabolizzazione degli alimenti.
Abbassa il colesterolo
Inoltre, ai betaglucani si deve la capacità di ridurre la quantità di grassi nel sangue con intervento sui livelli di colesterolo totale e su quello cattivo, il famigerato LDL. Tali polisaccaridi, infatti, influiscono sulle funzioni metaboliche favorendo, tra l’altro, l’equilibrio dei livelli di colesterolo cattivo. L’estratto di maitake riduce il livello di lipidi nel plasma, prevenendone l’accumulo nelle arterie.
Rafforza il sistema immunitario
Uno studio condotto presso l’Università di Louisville ha dimostrato che il fungo è in grado di stimolare il sistema immunitario. Ciò si deve ai betaglucani. Tali polisaccaridi bioattivi del fungo supportano l’immunità sia cellulare che umorale rendendoci più resistenti e meno esposti ai malanni di stagione. O ai periodi di particolare stress fisico e psichico. In particolare agiscono attivando i macrofagi, un tipo di cellula del sistema immunitario che ha la capacità di fagocitare gli agenti dannosi. Inoltre, gli stessi polisaccaridi favoriscono anche la replicazione delle cellule NK , che si occupano di combattere le infezioni e l’ingresso di agenti patogeni.
Protegge dal cancro
Uno studio ha dimostrato come alcuni funghi risultino utili nella lotta contro il cancro per la capacità di modificare le citochine all’interno di specifici modelli di cancro. E come tali citochine influiscano sul processo patologico. Gli studi hanno dimostrato, tra l’altro, che i suddetti funghi possono essere utilizzati in combinazione con agenti antineoplastici per aumentare l’efficacia degli agenti chemioterapici e delle radiazioni. A questo proposito, qual è il legame tra maitake e prostata? Uno studio pubblicato del 2019 dell’International Journal of Cancer ha mostrato una possibile connessione tra il consumo regolare di funghi e un minor rischio di cancro alla prostata. Gli autori dello studio hanno ipotizzato che tale effetto sia legato agli alti livelli di ergotioneina dei funghi, un antiossidante e un potenziale preventivo contro il cancro.
Previene il diabete
Che dire della correlazione tra maitake e diabete? Il fungo è utile per l’abbassamento dei livelli di glicemia per il suo potere di inibire l’enzima alfa-glucosidasi, che favorisce l’assorbimento degli zuccheri. Inoltre, studi in merito condotti dagli scienziati della Jiangsu University e della Jilin University hanno confermato l’azione ipoglicemizzante e antidiabetica del Maitake.
Protegge e depura il fegato
Infine, aiuta a purificare il tratto digerente e il fegato. Assumere maitake può migliorare la salute del tratto gastrointestinale e proteggere il fegato dai batteri nocivi. Ciò in quanto è utile a proteggere dalla D-galattosamina, sostanza associata ad infiammazioni e tossicità a livello epatico.
Controindicazioni
Tale fungo è commestibile, ma non andrebbe mangiato crudo.
E neanche quando è troppo adulto o già anziano. In tal caso può risultare tossico.
Basta odorarlo o osservarlo bene per capire se è questo il caso. Può infatti presentare un odore e un sapore sgradevoli. Nel dubbio, sempre meglio evitare.
Non andrebbe consumato da chi assume farmaci immunosoppressori; da chi assume farmaci antitrombotici e da chi soffre di ipotensione. Neanche in gravidanza, allattamento e nei bambini di età inferiore ai 6 anni.
Consigli per l'uso
Possono essere consumati cotti, fritti oppure sott’olio. Si possono gustare nelle zuppe, trifolati in padella o come condimento per la pasta. Possono anche esser conservati a lungo, essiccati.
Articolo di
Dott.ssa De Lorenzo Simona
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